Tra il 1870 e il 1885 centinaia di italiani si recarono nel Regno di Birmania per lavorare nel paese: si trattava di tecnici altamente specializzati, medici, ingegneri, architetti, chimici e ufficiali del Regio Esercito in congedo. Renzo Carmignani (1950) nel tracciare la storia del paese del sud est asiatico cita la vicenda dei tecnici italiani al servizio del Re di Birmania e la definisce «una interessante pagina di storia patria poco nota, che ci farà meglio comprendere, nello stesso tempo, il richiamo che la Birmania esercitò su alcuni nostri connazionali». Ma soprattutto si tratta di un primissimo esempio di migrazione qualificata, accuratamente pianificata prima a Torino poi a Roma, per creare la basi di una espansione coloniale dell’Italia nel Regno di Birmania. In appena venti anni la comunità italiana divenne la più importante tra quelle straniere a Mandalay, dove le principali innovazioni tecniche e scientifiche furono promosse e portate avanti dai tecnici italiani. La corte birmana si affidava esclusivamente a medici italiani, l’esercito fu organizzato sull’esempio del Regio Esercito e le truppe erano addestrate da ufficiali italiani in congedo. Gli italiani parteciparono in prima persona a varie spedizioni militari nel nord del paese e furono protagonisti anche della più importante azione di resistenza all’avanzata britannica durante la terza guerra anglo birmana. La figura del console italiano Giovanni Andreino fu centrale per la storia birmana negli anni immediatamente precedenti all’invasione britannica: il suo ruolo di informatore a Calcutta e le allarmanti notizie degli accordi franco birmani che fece giungere a Londra determineranno la decisione britannica di porre fine all’esistenza del Regno di Birmania. Lo studio, grazie a fonti inedite, cerca di delineare le complesse dinamiche che determinarono il flusso degli italiani in Birmania e di ricostruire le azioni e le opere portate avanti dai tecnici nel paese del sud est asiatico.La vicenda dei tecnici italiani nel Regno di Birmania è ben nota alla storiografia birmana e molti studi si concentrano nel ventennio immediatamente precedente alla definitiva conquista britannica evidenziando l’importante ruolo della comunità italiana. Nel secondo dopoguerra alcuni studiosi italiani e britannici hanno effettuato ricerche, usando fonti militari dei rispettivi paesi. La ricerca è stata realizzata grazie a questi lavori, confrontando sia gli studi birmani, britannici e italiani sia i documenti dell’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e dell’Archivio Storico Diplomatico della Farnesina ma soprattutto usando materiale inedito. Le fonti inedite consistono nelle memorie e nel diario di viaggio di Valentino Molinari e nell’archivio personale del console Andreino, quest’ultimo messo generosamente a disposizione dalla dottoressa Lucia Genova.

I tecnici italiani nel Regno di Birmania / Pelaggi, Stefano. - In: STUDI EMIGRAZIONE. - ISSN 0039-2936. - 214:LVI(2019), pp. 319-334.

I tecnici italiani nel Regno di Birmania.

Stefano Pelaggi
2019

Abstract

Tra il 1870 e il 1885 centinaia di italiani si recarono nel Regno di Birmania per lavorare nel paese: si trattava di tecnici altamente specializzati, medici, ingegneri, architetti, chimici e ufficiali del Regio Esercito in congedo. Renzo Carmignani (1950) nel tracciare la storia del paese del sud est asiatico cita la vicenda dei tecnici italiani al servizio del Re di Birmania e la definisce «una interessante pagina di storia patria poco nota, che ci farà meglio comprendere, nello stesso tempo, il richiamo che la Birmania esercitò su alcuni nostri connazionali». Ma soprattutto si tratta di un primissimo esempio di migrazione qualificata, accuratamente pianificata prima a Torino poi a Roma, per creare la basi di una espansione coloniale dell’Italia nel Regno di Birmania. In appena venti anni la comunità italiana divenne la più importante tra quelle straniere a Mandalay, dove le principali innovazioni tecniche e scientifiche furono promosse e portate avanti dai tecnici italiani. La corte birmana si affidava esclusivamente a medici italiani, l’esercito fu organizzato sull’esempio del Regio Esercito e le truppe erano addestrate da ufficiali italiani in congedo. Gli italiani parteciparono in prima persona a varie spedizioni militari nel nord del paese e furono protagonisti anche della più importante azione di resistenza all’avanzata britannica durante la terza guerra anglo birmana. La figura del console italiano Giovanni Andreino fu centrale per la storia birmana negli anni immediatamente precedenti all’invasione britannica: il suo ruolo di informatore a Calcutta e le allarmanti notizie degli accordi franco birmani che fece giungere a Londra determineranno la decisione britannica di porre fine all’esistenza del Regno di Birmania. Lo studio, grazie a fonti inedite, cerca di delineare le complesse dinamiche che determinarono il flusso degli italiani in Birmania e di ricostruire le azioni e le opere portate avanti dai tecnici nel paese del sud est asiatico.La vicenda dei tecnici italiani nel Regno di Birmania è ben nota alla storiografia birmana e molti studi si concentrano nel ventennio immediatamente precedente alla definitiva conquista britannica evidenziando l’importante ruolo della comunità italiana. Nel secondo dopoguerra alcuni studiosi italiani e britannici hanno effettuato ricerche, usando fonti militari dei rispettivi paesi. La ricerca è stata realizzata grazie a questi lavori, confrontando sia gli studi birmani, britannici e italiani sia i documenti dell’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e dell’Archivio Storico Diplomatico della Farnesina ma soprattutto usando materiale inedito. Le fonti inedite consistono nelle memorie e nel diario di viaggio di Valentino Molinari e nell’archivio personale del console Andreino, quest’ultimo messo generosamente a disposizione dalla dottoressa Lucia Genova.
2019
colonialismo italiano; Birmania; emigrazione italiana nel Sud est asiatico
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
I tecnici italiani nel Regno di Birmania / Pelaggi, Stefano. - In: STUDI EMIGRAZIONE. - ISSN 0039-2936. - 214:LVI(2019), pp. 319-334.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1685633
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